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Posted by on nov 6, 2018 in Fitness | 0 comments

VRIKSHASANA e le posizioni di equilibrio

 

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La pratica costante dello yoga, tra le altre cose, porta a raggiungere uno stato di equilibrio e di centratura sul presente, sulle cose davvero importanti. Per coltivare questo stato di armonia, le posizioni di equilibrio giocano un ruolo fondamentale.

Riuscire a mantenere un’asana porta innanzi tutto a sviluppare percezione del peso del nostro corpo, controllo e stabilità. Capire come sentirci più saldi nelle posizioni, cosa cambiare o “aggiustare” nell’appoggio a terra, ci dà la possibilità di sentire il nostro corpo e di acquisire maggiore consapevolezza del rapporto con la forza di gravità.

In fondo, tutte le asana dello yoga sono posizioni di equilibrio, richiedono un certo controllo e stabilità.

Ma, in particolare, c’è tutta una gamma di asana che viene specificamente raggruppata nella categoria di “posizioni di equilibrio” proprio perché sottopone il nostro corpo a uno sforzo mirato per mantenere la posa in modo statico e controllato. Oltre a portarci a sviluppare una centratura che si rispecchia nella quotidianità e che ci fa raggiungere un equilibrio nel nostro modo di vivere e affrontare le situazioni, ci mette davanti alla paura di cadere, di buttarci verso l’ignoto, e piano piano ci permette di superare questo timore.

Oggi parliamo di Vrikshasana, la posizione dell’albero.

La posizione dell’albero ha un cospicuo ventaglio di varianti preparatorie per arrivare ad assumere l’asana completa. Si parte radicando il piede di appoggio alzando tutte le dita in aria ben larghe il più possibile e appoggiandole a terra sempre cercando di mantenere la distanza tra le dita quasi come se il piede diventasse una ventosa e andasse ad aggrapparsi al tappetino. Partiamo sempre con il ginocchio della gamba di appoggio morbido, mai iper-esteso, questo ci permette di avere nella nostra base di appoggio una flessibilità tale da attutire le varie perdite di equilibrio; se la gamba fosse perfettamente tesa al primo squilibrio cadremmo verso terra, proprio come se i rami di un albero fossero esattamente rigidi alla prima folata di vento si spezzerebbero. Iniziamo poi a portare il tallone della gamba opposta a contatto con la caviglia di appoggio e iniziamo fin da subito a sperimentare il peso del corpo alzando la punta del piede che non è radicato a terra. Fissiamo un punto sul pavimento che ci permetta di stabilire un contatto visivo e quando ci sentiamo stabili iniziamo a far salire il piede prima portandolo sul polpaccio e piano piano poi verso la coscia posizionandolo sopra il ginocchio (mai a contatto per non fare pressione sull’articolazione). La mani inizialmente si uniscono al petto in anjali mudra e successivamente possiamo portarle congiunte oltre la testa.

Siamo a questo punto nella posizione completa ; esistono poi varie varianti che prevedono differenze nella collocazione del piede e delle braccia.

L’asana ci fa riflettere sull’importanza delle nostre radici a terra per poter espanderci e crescere verso l’alto. Senza solide fondamenta nessun edificio potrà mai avere un numero elevato di piani e sostenere peso.

L’asana calma la mente e favorisce lo sviluppo della concertazione, migliora la postura, tonifica i muscoli delle gambe e della schiena, oltre a lavorare sull’apertura delle anche.

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DILETTA FERRI

ISTRUTTRICE YOGA INTEGRALE ANUKALANA INSPIRED

EVO BENESSERE

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