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Posted by on nov 9, 2016 in Fitness | 0 comments

La Bia e l’importanza della valutazione iniziale

La stesura di un programma di allenamento non è certamente cosa facile se si pensa al fatto che ogni persona è unica nel suo genere e diversa dalle altre.

Ognuno, infatti, risponde in maniera differente nei confronti dell’esercizio fisico poiché sono molti i fattori che possono influenzare capacità e reazione agli stimoli d’allenamento, dalla risposta soggettiva a sedute di allenamento e capacità di recupero, allo stile di vita.

Alla luce di queste considerazioni, ogni programma di allenamento dovrebbe prevedere una valutazione iniziale. A tale scopo la Bioimpedenziometria (BIA) è senza dubbio una delle metodiche più attendibili e sicuramente la meno invasiva per valutare la composizione corporea, poiché si basa su un modello di tipo “tricompartimentale”.

  • Massa Grassa;
  • Massa Cellulare;
  • Massa Extracellulare.

E’ una metodica assolutamente indolore e non invasiva che utilizza la proprietà che hanno i tessuti di offrire una diversa resistenza al passaggio di una bassissima corrente elettrica.

Si basa sul principio che diverse tipologie di tessuto esprimono una conduttività elettrica specifica, tale da renderle riconoscibili.

In particolare: il tessuto adiposo offre un’ alta resistenza al passaggio elettrico, mentre il tessuto muscolare, notoriamente buon conduttore, una bassa resistenza al passaggio elettrico.

In sintesi la Bioimpedenziometria permette di:

  • dimostrare che l’allenamento e l’alimentazione stanno realmente facendo perdere tessuto adiposo, e non altri tessuti più importanti;
  • valutare quanto grasso c’è nel corpo prima di iniziare un programma di dimagrimento;
  • calcolare il metabolismo basale, le percentuali di massa muscolare e massa grassa, al fine di adattare allenamento e alimentazione;
  • escludere o valutare l’entità di eventuali stati di ritenzione idrica;
  • verificare se l’acqua totale in valore assoluto e nei compartimenti intra ed extracellulari rimane stabile, indicando un sostanziale equilibrio idrico.

Soprattutto, la bioimpedenziometria consente di dimostrare che non è vero che allenandosi più del dovuto si possono ottenere più risultati, che l’andamento del peso non è costante e giornalmente l’acqua può variare di molto (un allenamento di resistenza per esempio porta cambiamenti rilevanti dei parametri fisiologici a causa della notevole sudorazione), che un calo ponderale non è sinonimo di diminuzione di grasso (soprattutto quando avviene in poco tempo), e che a seguito di una dieta incontrollata per prima cosa varia l’acqua e la massa proteica, cioè la massa cellulare.

a cura del Dott. Filippo Giovannelli

(Personal traniner presso Evo Benessere)

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